QUELLA VOLTA CHE… RENATA, FIGLIA DEL FONDATORE DEL GRUPPO MANDELLI, RACCONTA I SUOI RICORDI D’INFANZIA.
di Dora Marraffa
Arriva con un ticchettio veloce che ne preannuncia tutto il brio. E il sorriso con cui si siede è la conferma della solarità e vivacità di Renata Mandelli: la figlia del capostipite dell’omonimo Gruppo sembra davvero portare con sé tutta la gioia insita nell’anima del brand BRERA.
Abbiamo chiesto alla signora Renata - tutti in azienda la chiamano così - di raccontarci i suoi ricordi di infanzia per andare alle origini più intime di una famiglia imprenditoriale che ha la bicicletta segnata nel destino.
Casa e bottega.
“Allora, papà ha cominciato nel dopoguerra con un'officina meccanica annessa a una pompa di benzina e dopo, a poco a poco, è passato a fare il grossista: noi abitavamo al piano di sopra del suo ufficio e io ricordo perfettamente l’odore del magazzino e il picchiettio dei cerchi che sentivo da piccola di notte quando ero a letto, devo ammettere che ne avevo un po’ paura”.
Quella paura diventa nostalgia nelle parole della signora Renata che rivede suo padre che andava sempre in giro a fare le consegne… “Spesso ci andavo anch'io con la mamma e, a questo proposito, ho un ricordo nitidissimo di quella volta che la mamma ha fatto una frenata terribile perché io avevo spalancato all’improvviso la portiera del nostro camioncino, mentre stavamo andando a consegnare delle biciclette”.
E già, perché Riccardo Mandelli, il padre di Renata, nella sua officina non solo aggiustava le macchine e le moto ma riparava e vendeva le biciclette.
Un grande cuore.
Ed ecco che Renata ricorda di aver fatto cadere da bambina tutta una fila di biciclette. “Non so come ho fatto ma sono andate tutte giù, una dopo l’altra”. Sorride con gli occhi al pensiero del padre di fronte al suo disastro e passa a raccontare di quanto lui avesse un gran cuore.
“Papà era persona dinamica, ha lavorato per tutta la vita, il suo lavoro era la sua passione, ma era anche un uomo molto generoso: ancora oggi ci sono persone che mi ringraziano perché senza il suo aiuto non ce l’avrebbero fatta”. E ora che la signora Renata ha 68 anni (portati con un’invidiabile freschezza da ragazzina) e continua a lavorare in azienda non smette di raccomandare ai figli a capo del Gruppo Mandelli di tenere viva l’eredità di nonno Riccardo. “Anche se bisogna stare al passo con i tempi, mai dimenticare un po’ di umanità”.
Quante sbucciature.
Poi Renata passa a raccontare delle sue cadute in bici. “I bambini di oggi non si sbucciano più le ginocchia come un tempo, mentre noi eravamo sempre fuori in bicicletta… Non dimenticherò mai quella volta che sono ruzzolata nella roggia”. Indelebile è rimasto anche nella sua memoria il gelo patito d’inverno quando andava a scuola in bicicletta. “Un freddo, un freddo! Allora non c’erano mica le giacche termiche come oggi!”.
Il battesimo dell’aiuola.
Dalla bicicletta da bambina al Malaguti Dribbling da ragazzina fino alla bici Broadway attuale, Renata non ha mai smesso di andare su due ruote. “Ora mi piace andare in giro in bicicletta con le amiche e in moto (sempre una Malaguti!) con mio marito”. Ma più di ogni altra cosa al mondo, da nonna, adora guardare i nipotini che si catapultano in bici come dei forsennati lungo la discesa del garage finendo contro l’aiuola. “Mai senza caschetto, però!”.